Nel panorama sempre più competitivo della chirurgia estetica, è crescente il numero di cliniche e operatori che offrono interventi a prezzi fortemente scontati, accompagnati da messaggi pubblicitari accattivanti come “offerta limitata”, “sconto del 50%” o “paghi solo l’anestesia”. Sebbene queste promozioni possano inizialmente apparire allettanti, è fondamentale interrogarsi sulla loro legittimità, sicurezza e trasparenza, soprattutto quando si ha a che fare con atti medici invasivi.
Dal punto di vista giuridico, la chirurgia estetica è un atto medico a tutti gli effetti, soggetto a norme deontologiche precise. L’Ordine dei Medici vieta espressamente l’utilizzo di sconti, campagne aggressive o modalità commerciali che banalizzino la natura medica dell’intervento. Promozioni che incentivano l’acquisto d’impulso o che fanno leva sul prezzo rischiano non solo di violare il codice deontologico, ma anche di compromettere la qualità dell’assistenza offerta.
In termini pratici, ciò si traduce spesso in ambulatori non adeguatamente attrezzati, personale non specializzato, chirurgi senza adeguata formazione o esperienza, e protocolli clinici compressi per abbattere i costi. Il risultato? Aumento dei rischi operatori, maggiore incidenza di complicanze e frequenti richieste di chirurgia correttiva secondaria.
Un altro aspetto critico riguarda la trasparenza del preventivo. Spesso i prezzi pubblicizzati non includono spese obbligatorie come il costo dell’anestesia, i controlli post-operatori, le medicazioni o il ricovero in day hospital. Il paziente si ritrova così a pagare molto più di quanto preventivato, in un contesto in cui la fiducia è già stata minata dall’approccio commerciale.
La scelta di sottoporsi a un intervento estetico dovrebbe nascere da un percorso di valutazione clinica seria, consapevole, supportata da un chirurgo iscritto all’Ordine, con esperienza documentata e operante in una struttura abilitata e certificata. È bene ricordare che la bellezza duratura e la sicurezza del paziente non sono mai in saldo.
FAQ: Dubbi comuni su sconti e promozioni nella chirurgia estetica
1. È legale pubblicizzare sconti sulla chirurgia estetica?
No, secondo il Codice Deontologico dell’Ordine dei Medici, non è etico promuovere sconti su interventi chirurgici perché si tratta di atti medici e non di prodotti commerciali.
2. Le promozioni implicano un rischio clinico maggiore?
Spesso sì. Ridurre i costi comporta quasi sempre un compromesso sulla qualità: meno sicurezza, personale inesperto, o strutture non a norma.
3. Come posso riconoscere una promozione rischiosa?
Diffida da messaggi aggressivi tipo “sconto solo per oggi”, “paghi uno prendi due” o cifre eccessivamente basse rispetto alla media del settore.
4. Cosa deve includere un preventivo affidabile?
Un preventivo serio deve includere: intervento, anestesia, struttura, controlli post-operatori e spese accessorie. Niente deve essere lasciato al caso.
5. È normale pagare cifre molto diverse rispetto al prezzo iniziale?
No. Se accade, è probabile che il preventivo iniziale fosse incompleto o fuorviante. Chiedi sempre che ti venga consegnato un preventivo scritto e firmato.
6. Posso segnalare una clinica che fa promozioni scorrette?
Sì. Puoi segnalare la struttura all’Ordine dei Medici provinciale o all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
7. I pagamenti a rate sono considerati promozioni scorrette?
No, i pagamenti dilazionati non sono vietati. Sono anzi una prassi regolare, purché gestiti con trasparenza tramite finanziarie regolarmente autorizzate.
8. La chirurgia estetica low cost all’estero è sicura?
Non sempre. Spesso mancano controlli sanitari adeguati e tutele legali. È fondamentale informarsi bene prima di scegliere una clinica estera.